martedì 16 dicembre 2008

Corso di spagnolo

Il villaggio dove vivo è piccolo ma ha una vita culturale abbastanza intensa. Qualche tempo fa la locale biblioteca comunale organizzò un breve corso di conversazione in spagnolo. Sapendo che avevo trascorso un periodo abbastanza lungo in America centrale, la responsabile del corso mi invitò a
intervenire e fare un discorsetto in spagnolo. Mi trovai quindi in una grande
aula con un paio di signori e una decina di signore: le mie scolare. Mi misi a sedere dietro un tavolone che faceva da cattedra: davanti a me avevo 12 paia di occhi che sembravano fissare un buco nero dello spazio. Quando cominciai l'allocuzione ci fu un minuto di silenzio, come quelli che si fanno nelle grandi commemorazioni pubbliche, poi si udirono mormorii di protesta: ‘che spagnolo è questo, etc’ Poi ad un tratto il viso di un paio di signore si illuminò di un sorriso arcobaleno. ‘È’ spagnolo dei Caraibi, di Cuba, molto bello!' Queste signore erano andate in vacanza nei Caraibi, ne erano rimaste entusiaste e volevano tornarci armate fino ai denti con un arsenale di parole esotiche. Il loro entusiasmo fu contagioso ed ora altre mie scolare volevano imparare una lingua che frusci come le palme al vento, che sia caliente come la sabbia di corallo, agile come un merengue e che abbia l'odore del rum.

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