martedì 16 dicembre 2008

Ancora sugli onorari

Non ho un'idea precisa del trattamento economico che che agenzie di traduzione italiane riservano ai loro traduttori esterni. In passato sapevo della dedizione tutta cattolica che pervadeva le loro politiche tariffarie. Sapevo che con le loro tariffe le agenzie italiane in fondo si prendevano cura più della mia anima che del mio corpo. Il digiuno fa bene allo spirito, ed è difficile trovare in Italia una categoria di fornitori che più di altre si preoccupa del nostro percorso spirituale. Se per le categorie di avvocati e
dentisti in Italia è un continuo banchetto sibaritico, se per i nostri politici pagati a 17mila euro al mese più incentivi è una Sodoma & G. permanente, come non essere riconoscenti verso le nostre agenzie che ci garantiscono condizioni spirituali da eterna quaresima? Poco più di 3 anni fa lavoravo a
prezzi che avrebbero fatto la felicità di qualsiasi traduttore nordafricano sbarcato a Lampedusa. Grazie ad una certa dose d’incoscienza, in questa situazione nemmeno io mi sentivo poi tanto male. Poi i forum di traduzione mi hanno spiegato che quel malessere che sentivo non era altro che fame. Ora il peggio è passato. Il problema però è che per me la transizione tariffaria quaresimo-pasquale è ancora in corso. C'è ancora un bella differenza tra le tariffe che pratico ad es. per deit rispetto a quelle che praticano i miei colleghi basati in Germania, per non parlare delle tariffe dei colleghi ticinesi. Se il dio denaro celebra i suoi fasti nei tabernacoli dei
caveaux alla UBS di Zurigo, devo ammettere che per me, basato a Milano, il confine svizzero è così lontano da sembrare un miraggio.

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